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10 settembre 2025

Squat e Stacco per il Pallavolista Moderno: la mia esperienza con la pallavolo femminile

 

La pallavolo è uno sport a elevata intensità neuromuscolare: salti ripetuti, sprint brevi, atterraggi e cambi di direzione impongono carichi importanti allapparato muscolo-scheletrico. La miglior risposta a questi stress è una preparazione atletica generale solida.

 

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Perché la forza conta (davvero)

 

Per forza intendiamo la capacità del sistema neuromuscolare di generare tensione e sviluppare potenza contro una resistenza. Nel volley, la qualità del gesto in salto verticale (spike jump, block jump), la rapidità negli spostamenti laterali e lefficienza nei cambi di direzione dipendono dalla forza espressa e dallabilità di trasferirla in tempi brevi (Rate of Force Development, RFD).

Il salto verticale è paradigmatico: per elevare di più bisogna prima vincere la gravità. In atleti con buona tecnica di salto, la strada più semplice è migliorare il rapporto peso/potenza, sviluppando forza esplosiva senza aumenti di peso non funzionali.

 

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Perché squat e stacco nel volley

Lallenamento con sovraccarichi è il mezzo più efficiente per costruire forza utilizzabile in campo. In particolare, squat e stacco da terra:

  • coinvolgono sinergicamente anca–ginocchio–caviglia (tripla estensione);
  • riproducono le dinamiche del salto e coprono gradi articolari poco stimolati dal solo gesto specifico;
  • offrono un trasferimento diretto alla prestazione e contribuiscono alla prevenzione infortuni.

Nella mia esperienza da preparatore della Pallavolo Grosseto femminile, linserimento di squat e stacco, con opportuni complementari, è stato il pilastro del lavoro.

 

Dal gesto alla programmazione: didattica prima, carichi poi

Allinizio ho sacrificato” parte del tempo di preparazione per una didattica rigorosa: insegnare alle atlete squat e stacco partendo dal bilanciere vuoto. La miglior programmazione fallisce se manca la solidità tecnica.

In parallelo ho introdotto lRPE (Rate of Perceived Exertion) per dosare lintensità: utile perché nessuna atleta aveva un massimale di riferimento su squat/stacco.

Quando la tecnica è diventata autonoma, ho impostato 3 sedute/sett.:

  • 2 sessioni di squat
  • 1 sessione di stacco

 

Struttura delle sedute

Giorno 1 - Squat stile Sniper” adattato (RPE-based)
Carichi dal ~50% 1RM per accumulare volume con bassa intensità relativa: si consolida la tecnica e si aumenta la capacità di lavoro con basso costo neurale.

Giorno 2 - Stacco con salita lenta, EMOM
Salita controllata per migliorare timing, allungo e spinta. La formula EMOM (Every Minute On the Minute”) garantisce ripetibilità del gesto: una alzata precisa ogni minuto.

Giorno 3 - Squat con fermo in buca
Focus sugli angoli complessi dello squat: percezione dellallungamento dei femorali a fine corsa e uscita cariche danca”, sviluppando potenza in controllo.

 

 

Blocco 4 settimane

Squat day 1

@

Stacco salita 3” day 2

@

Squat day 3

(Variante fermo in buca 1”)

Settimana 1

5*8s

6

Emom 10

7

Mav 5@7

3*3s -10%

Settimana 2

5*6s

7

Emom 10

8

Mav 3@7

2*4s -10%

Settimana 3

5*4s

7.5

Emom 12

7

Mav 1@8

1*4s -5%

Settimana 4 (scarico sq, picco dl)

3*3s

7

Emom 12

8

Mav 5@7

3*3s -10%

 

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Complementari e curiosità” metodologica

 

Ho integrato squat bulgaro, RDL, e lavori per lupper body (push-up, lento manubri, lat machine, angoli vari per la muscolazione generale).

Curiosità: nelle prime 4 settimane non abbiamo eseguito salti. Scelta controintuitiva per chi è abituato a box jump, affondi balistici e pliometria, ma necessaria per costruire la base di forza. Spesso un* pallavolist* gestisce meglio il gesto del salto che non gli angoli di forza complessi: colmare quel gap è ciò che poi potenzia davvero la performance specifica.

 

Conclusioni

Lesperienza con la Pallavolo Grosseto femminile conferma una verità semplice: la forza è la base. Senza una struttura solida, nessun lavoro di accelerazione, potenza o esplosività esprime il pieno potenziale.

Investire tempo su squat e stacco non è una perdita di tempo, ma il moltiplicatore di risultati: sviluppi forza utile al gesto sportivo e protegge articolazioni e muscoli nei picchi di stress, in allenamento e in gara.
Prima la forza, poi velocità ed esplosività: solo così il lavoro diventa completo e sostenibile nel lungo periodo.

 

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